2014 Lab Creativity

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Abbiamo incontrato Marzo Zorzetto a pochi giorni dall’uscita del suo nuovo singolo Solo Amore per scoprire qualcosa in più su di lui e sulla sua attività musicale. Una chiacchierata che spazia dalla sua carriera professionale al difficile momento storico che stiamo vivendo, passando per le potenzialità di Internet.

Quando è iniziata la tua passione per la musica?
Un bel po’ di tempo fa! Ho iniziato per gioco e poi piano piano ho cercato di trasformare questa passione in un impegno serio e costante, in un lavoro.
E quando hai capito, appunto, che poteva diventare la tua professione?
La musica è una cosa importantissima per tutti, non immaginerei un mondo senza musica. Io ho sempre inseguito questa passione. Sono arrivato a Roma da Trieste una decina di anni fa. Ho fatto il classico lancio della monetina a Fontana di Trevi…ed ha funzionato!
Il tuo nuovo singolo si chiama Solo Amore. È questo il tema che tratti maggiormente nei tuoi testi?
Mi piace trattare un po’ tutti i temi. L’amore in particolare, può sembrare banale, ma credo sia il più difficile da affrontare in maniera originale. Tutti fanno dei brani sull’amore, sempre, ogni giorno. Io ho tentato di scriverlo a modo mio, in maniera differente, spero, rispetto a ciò che hanno fatto altri fino a adesso. E ho cercato di metterci dentro tutto.

Tutti i tipi diversi d’amore, da quellon qualche film, il cantante di alcuni musical, ne ho anche adattato uno dal francese all’italiano e attualmente ne sto scrivendo uno tutto mio. Mi piace  sperimentare tutte le forme di arte.
E se dovessi scegliere?
Penso che fare il cantautore sia ciò che amo di più, perchè mi lascia libero di esprimermi a pieno.
Cosa diresti a un ragazzo che vuole seguire le tue orme? Com’è la situazione attuale del mercato musicale?
La situazione è problematica, le case discografiche non inventono più. Il mezzo che aiuta maggiormente è Internet, perchè dà a tutti la possibilità di essere visibili. È un veicolo che, se usato bene e con attenzione, sicuramente può aiutare a farsi conoscere. Ed è paradossale se ci pensi perchè è tutto l’opposto del sociale, dell’incontrarsi per strada, dell’andare in giro a fare concerti. Però può aiutare ad emergere. Non bisogna sottovalutarlo. Ora abbiamo questo strumento, probabilmente fra cent’anni ne avremo un altro.
Questo è un momento molto difficile per l’Italia, soprattutto per i giovani, considerando che il tasso di disoccupazione che li riguarda ha superato il 40%. Cosa ne pensi?
Uno dei miei prossimi singoli si chiama Lo stato dello Stato e parla di quello che io vedo e di come invece vorrei che andassero le cose. Noto che in giro c’è molta energia negativa e credo sia importante che da questo malcontento nasca un rinnovamento, una nuova forza per creare tutti insieme qualcosa. Probabilmente in Italia non abbiamo ancora la capacità di essere uniti, come accade invece in altri Paesi, dove scendono in piazza compatti per manifestare il proprio dissenso e il proprio disagio. Dovremmo iniziare anche noi. Se non combatti non ottieni niente. La storia è fatta di alti e bassi, ora siamo in fondo, speriamo di rialzare la china.
Progetti per il futuro?
L’uscita dell’album che probabilmente si chiamerà Stazione Centrale, che è una raccolta delle mie esperienze degli ultimi anni, dallo spostamento dalla mia città ai temi sociali all’amore.